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16 gennaio 2025

Convegno Diocesano Pastorale per le Persone con disabilità

Insieme pellegrini di speranza

Si terrà venerdì 17 gennaio 2025 dalle 17.00 alle 19.00 al Polo Culturale Diocesano il Primo Convegno Diocesano Pastorale per le Persone con disabilità.

 

PROGRAMMA:

  • Preghiera iniziale;
  • Saluti istituzionali;
  • LectioEssere pellegrini di speranza oggi. Sua Eccellenza rev.ma Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia;
  • Il cammino del Servizio Nazionale: sguardi e prospettive. Suor Veronica Amata Donatello;
  • Comunichiamo la Vita. Diamo voce ad alcune esperienze di vita tra potenzialità e criticità.

 

Modera: Anna della Moretta

 

Conclusione: Padre Domenico Fidanza

 

Tra le esperienze di vita c'è anche un intervento di Mamrè, portato dalla vicepresidente della Fondazione Cristina Gasparotti, che riportiamo in calce 

 

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MODULO ISCRIZIONE

 

Ho raccolto e ora propongo l’esperienza di Elisabetta Nassini, che è presente fra noi, ma che preferisce restare dietro le quinte e di suo marito Damiano, che la affianca da alcuni anni. Le presto in questo modo la voce, sperando di non tradire la ricchezza che ho sentito da lei in un colloquio che abbiamo avuto poco tempo fa, in vista di questo momento.

L’esperienza di catechesi di Elisabetta alle persone con disabilità ospitate presso la residenza sanitaria di Villa Carcina è nata 10 anni orsono, il 13 febbraio 2014, a partire da una richiesta specifica della responsabile della struttura, Tecla Cioli. Ancor prima, a partire dalla convinzione condivisa all’interno della fondazione Mamré che il bisogno spirituale è uno dei bisogni della persona umana che ha diritto a essere accolto e soddisfatto.

Elisabetta aveva un'esperienza consolidata di catechismo, ma la richiesta di mettersi a disposizione con le persone con disabilità era inedita per lei e le suscitava timore. Le parole di Tecla, tuttavia, «mi risuonavano dentro e mi turbavano», ha raccontato Elisabetta. «Lei mi assicurava che non serviva altro, per questo tipo di servizio, che la fede in Gesù Cristo e il desiderio di annunciarlo. Alla fine, ho accettato, pur sentendo la mia inadeguatezza. Sono stati anni di sperimentazione, di tentativi, alcuni andati a segno altri meno efficaci, dai quali abbiamo appreso e stiamo tuttora apprendendo quale sia il modo migliore per far arrivare l’annuncio. L’annuncio è per tutti; non ci sono barriere cognitive che giustifichino la discriminazione. È solo un problema di linguaggio, dobbiamo cercare di parlare una lingua che sia adatta a chi abbiamo davanti. Da questa convinzione è nato il tentativo di tradurre gli incontri con i simboli PCS, simboli riconosciuti e validati a livello internazionale per facilitare la comunicazione con le persone che non parlano e hanno difficoltà a interpretare il messaggio orale».

 

«Non si tratta di catechizzare, in fondo, ma di far arrivare la buona notizia del Vangelo: Gesù, morto e risorto, ci salva».

 

Ogni venerdì è celebrata una messa presso la RSD, aperta a tutti; è stato chiesto al parroco di poter leggere il Vangelo della domenica, in comunione con la Chiesa universale.

 

Da un anno a questa parte, anche il gruppo di catechesi della RSD appartiene a quella esperienza denominata “Monastero invisibile” che chiede agli aderenti l’impegno continuativo a recitare un’Ave Maria al giorno per le intenzioni di preghiera che giungono a ogni aderente. Il termine monastero è difficile da far comprendere e allora Elisabetta ha ideato un nome più vicino ai nostri ospiti: per loro questa esperienza si chiama “Casa di preghiera” e il loro impegno è quello di un’Ave Maria alla settimana. I nomi di ognuno di loro sono riportati sul tabellone che riproduce le mura di un monastero. Ogni nome è un mattoncino. C’è posto per tutti.

 

Per concludere, in estrema sintesi: Elisabetta è una catechista della Parrocchia di Villa Carcina, che si rivolge alle persone che vivono presso la nostra Residenza. Gli incontri iniziano e si concludono all’avvio e alla conclusione dell’anno pastorale, i nostri partecipano al pellegrinaggio conclusivo organizzato dalla Parrocchia, insieme al Gruppo incaricato di editare un notiziario periodico, anch’esso legato alla Parrocchia. Hanno partecipato alla via crucis vivente insieme alla parrocchia e hanno interpretato gli apostoli.

Siamo convinti che anche i sacramenti debbano essere amministrati all’interno della Parrocchia, non in luoghi separati.

Il nostro Fondatore, il servo di Dio don Pierino Ferrari, raccomandava di non cedere alla tentazione di sentirsi «chiesuola dentro la Chiesa, bensì membri della Chiesa: «Se la comunità è la Chiesa, non può non essere espressiva. Quando si fa Chiesa, si esprime visibilmente, attraverso degli autentici segni, l’incontro con Dio-Amore, con Dio-Trinità».

 

Se il frutto dello Spirito è quello di donare un linguaggio comprensibile a tutti, allora l’impegno per rendere accessibile la Parola deve trovarci su un fronte comune. Siamo disponibili, Elisabetta in prima linea, a mettere insieme gli sforzi perché sia edito il Vangelo con i simboli della Comunicazione aumentativa.

La generatività che nasce da esperienze di incontro personale e di incontro con la Parola sono poi destinate a essere generative di nuova vita. Alcuni germi di bene stanno nascendo, alcune esperienze legate ai canti sacri, capaci di coinvolgere anche il corpo per un’esperienza che rende partecipe la totalità della persona.

Un’ultima chiosa: vorremmo essere in grado di sensibilizzare, in sinergia con le istituzioni pubbliche locali, circa l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai luoghi di culto. Perché sia messo in campo ogni sforzo possibile per creare autentica appartenenza.

 

Cristina Gasparotti